lunedì 7 luglio 2008

3) Mercenari

Siamo a fine serata, e i nostri ormai si sono ben conosciuti. Sono i soli rimasti nel locale, oltre a un giovane umano seduto da solo in un angolo, e l'oste che da dietro il bancone guarda indispettito gli ultimi clienti perchè vuole chiudere bottega.

Dalle due porte della piccola locanda però un gruppo di 7 umani entra con fare arrogante. Quattro rozzi energumeni bloccano immediatamente le porte mentre un uomo armato in armatura di maglia accompagnato da altri due scagnozzi armati si avvicina temerariamente al tavolo del giovane nell'angolo, che si ritira nelle ombre spaventato.



Kaliber e Gardland, abituati fin da tenera età a mettersi in mezzo laddove c'è aria di disordine, si alzano dal tavolo e si avvicinano a quello del ragazzo, che ormai é marcato dai tre uomini. Dan Poe invece si allontana dalla possibile rissa, verso il bancone e l'oste.

Senza troppo badare al guerriero e al paladino, l'uomo armato chiede arrogantemente al ragazzo "sei tu eh? sei tu che l'inviato di Linora?". E mentre il giovane balbetta che non sa niente, i due scagnozzi lo prendono per le vesti e gli strappano un medaglione con un simbolo sacro dal collo. Gardland lo riconosce: é il simbolo della dea della natura Chauntea, il cui culto ha inviato missiva a Waterdeep.

Kaliber si avvicina all'angolo in cui i tre uomini stanno tenendo il ragazzo ed esclama: "calmiamoci, sono qua per mantenire ordine. Cosa sta succedendo? Chi siete e cosa volete?".
L'uomo in armatura ordina ai suoi "tenete a bada questi pagliacci" ed estrae la spada, probabilmente per uccidere il ragazzo.

L'atmosfera é tesa, ormai tutti gli altri si sono alzati dal tavolo, l'oste e Dan si nascondono dietro il bancone, Hoverbeth sussurra parole magiche che generano un suono illusorio di metallo stridente fuori dalla porta per distrarre due uomini, e Gardland ruggisce un rutto nanico che intimidisce uno dei due tirapiedi all'angolo.

L'azione inizia all'angolo della stanza, con un tirapiedi che sguaina una spada e attacca Kaliber. L'altro intimidito dal nano si arma e si tiene pronto a reagire. Dalle porte gli energumeni tirano fuori randelli e entrano nella stanza per tenere sotto controllo Piccius e Overbeth. Un altro carica e ingaggia in combattimento Kaliber.

Dan da sotto al bancone chiede all'oste le chiavi della locanda, ma l'oste si rifiuta di dargliele dicendo che presto tutto sarà finito: quei mercenari li ha chiamati lui, sono venuti per il ragazzo, e loro non dovrebbero impicciarsi. Ma Dan intuisce che l'albergatore ha le chiavi in una bisaccia e con fare intimidatorio gli impone di dargliele, strappandogliele dalla sacca.

Hoverbeth e Piccius sono marcati, ma l'eladrin utilizza il suo potere di teletrasporto fatato per riapparire vicino alla porta, ora liberata. Estrae la sfera che canalizza i suoi poteri magici e, sotto copertura della porta, scaglia un globo di forza contro il capo dei mercenari, che stava per uccidere il ragazzo, colpendolo e ferendolo.
In tutta risposta il capo all'angolo, protetto da Kaliber e Gardland dai suoi due scagnozzi estrae una balestra e sotto la copertura del tavolo scaglia un dardo contro Hoverbeth, ricambiando la ferita.

Piccius estrae una mazza e cerca di smarcarsi il rozzo nemico e di colpirlo, ma prende solo un pò di randellate. Nel frattempo Dan si é teletrasportato fuori dalla locanda con le chiavi e sta provvedendo a chiudere le porte.
Kaliber e Gardland iniziano a menar le loro armi con ferocia: i tirapiedi in armatura di cuoio cercano di reagire ma i due eroi difensori sembrano tenere la pressione con maestria. Kaliber si trova a gestire a flagellate due nemici che lo fiancheggiano, mentre il nano salda poderosamente sul tavolo e incurante della marcatura del nemico cala la sua grande ascia contro il capo dei mercenari, ferendolo.

A contribuire al denso combattimento all'angolo della stanza, Hoverbeth continua a bersagliare la zona con incantesimi, coprendosi con la porta. Dalla sua sfera questa volta scaturisce un'illusione che colpisce la rissa: una voragine magica si apre sul gruppo: Gardland, il capo dei mercenari e uno scagnozzo sono psichicamente colpiti e pietrificati dall'incantamento, i nemici cadono a terra convinti di cadere nella voragine, mentre Gardland cade sdraiato sul tavolo.

Mentre Kaliber termina un nemico, e anche Piccius stende a mazzate il suo, Hoverbeth rientra nella stanza permettendo a Dan di chiudere la porta, ed é di nuovo raggiunto da un energumeno.
La situazione non é rosea per i nemici che iniziano a pensare a una ritirata. Ma mentre dall'angolo due fra i nemici che sono resistiti all'illusione cercavano di scappare verso la porta, passando sopra i cadaveri dei colleghi e le vittime dell'illusione ancora a terra, Gardland da sdraiato falcia le gambe e le viscere dei due con un'asciata potente.

Mentre Hoverbeth gestisce l'ultimo, Kaliber colpisce il mercenario capo, che cercava di arrancare verso la porta di uscita, con un colpo che lo rende incosciente. E da dietro la porta Dan arriva dicendo "non sarebbe comunque uscito."

La situazione é tornata all'ordine e mentre l'oste mette un po' a posto, e Kaliber cerca di svegliare il capo dei nemici per avere qualche informazione, il ragazzo si riprende e sotto domanda di Piccius spiega al gruppo la sua situazione.

"Grazie... pensavo che sarei morto... non ero sicuro che mi avessero seguito... sono un discepolo di Sorella Linora, sacerdotessa della grande madre Chauntea nella piccola cittadina di Winterhaven, e sono stato inviato a Highmoon a cercare aiuto."
Kaliber spiega che egli é stato mandato dall'ordine di Bahamut di Waterdeep per investigare sulle richieste di aiuto pervenute da Winterhaven.
"Non pensavano che nessuno sarebbe venuto! I druidi del nostro ordine non sono facilmente raggiungibili da quando la via dell'est é così pericolosa, per questo abbiamo chiesto aiuto a voi, ma quasi un mese fa! Che gli Dei siano con noi, il vostro arrivo é una benedizione."

Il mercenario capo, nel frattempo spogliato dei suoi averi e legato, riprende conoscenza e sputando sangue spiega sotto interrogatorio di essere stato assoltato alla taverna di Winthorn a Winterhaven per inseguire e eliminare il ragazzo, ma non conosce i mandanti dei suoi soldi.
Riconoscendo che nell'uomo non vi é alcun interesse personale, il gruppo dopo una consultazione con Piccius decide di liberarlo e di forzarlo a venire con loro a Winterhaven il giorno dopo, sotto "reclutamento forzato".

Passano la notte nella locanda a fianco, e l'apprendista chierico, di nome Dransun, spiega loro che Winterhaven dista quattro giorni di cammino attraverso i picchi del tuono. Le richieste aiuto di sorella Linora sono dovute al fatto che nelle sue divinazioni e comunioni con la grande madre della natura Linora ha il forte presentimento che nella piccola cittadina si stia insediando un culto della malvagia dea signora della notte, Shar. L'assoldamento dei mercenari per ucciderlo conferma questa ipotesi.
Dransun deve continuare il suo viaggio verso Ordulin per mettersi in contatto con i druidi dell'ordine, ma spiega che sicuramente se il gruppo decidesse di aiutare sorella Linora e il capo del villaggio a sconfiggere il culto del male, saranno ben ricompensati.

Il giorno dopo, di buon mattino, dopo aver comprato delle razioni per una settimana, il gruppo intraprende il sentiero montagnoso che porta verso Winterhaven...

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